Demostene. Discorsi politici

14,25

Testo greco a fronte.

a cura di Alessandra Faitelli
introduzione e traduzione di Vito Guzzetta
anno 2019
367 pp.

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Dopo la guerra del Peloponneso, magistralmente narrata da Tucidide, Atene è una potenza ormai fiaccata e incapace di reagire agli eventi. Mentre incombe la minaccia della Macedonia di Filippo II, Demostene, forse il più grande oratore ateniese del IV secolo a. C., cerca di contrastare con i suoi discorsi la passività della popolazione ateniese, esaltando lo spirito di libertà e indipendenza che era sempre stato alla base della civiltà greca. La sua indefessa attività oratoria e diplomatica si scontra con l’inerzia della popolazione ateniese e quando, infine, riesce a far approvare una reazione militare all’aggressione di Filippo, la battaglia di Cheronea mette fine al suo sogno di libertà della Grecia. Sconfitto dalla Storia egli rivendica, nell’orazione Per la corona, la sua coerenza con gli ideali per cui ha sempre combattuto. L’interpretazione di Vito Guzzetta, attraverso una scelta mirata dei discorsi politici di Demostene, mette in risalto pregi e difetti di questa figura di strenuo difensore dei valori di una civiltà ormai al tramonto.

Traduttore

Vito Guzzetta (Piana degli Albanesi 1894 – Roma 1986), grecista e latinista, è stato docente al Liceo classico di Lanciano e dall’anno seguente al Liceo “Maurolico” di Messina, dove ha insegnato dal 1928 al 1963. La sua figura di intellettuale è stata un punto di riferimento per intere generazioni di studenti, sia per la profondità culturale del suo insegnamento sia per il suo impegno civile di opposizione al fascismo. Studioso, saggista, storico della letteratura, è stato autore di studi approfonditi su autori e temi della classicità. Ha pubblicato, tra gli altri: Concezione e culto delle divinità chthoniche nei tragici greci, ed. “Bocconi del povero”, Palermo 1922; Eschilo. Prometeo incatenato, (traduzione e cura), Giuseppe Principato, Messina 1930; Saggi di traduzione da Demostene (Accademia Peloritana, Messina 1951), pp. 317-346.

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